La nuova Strategia Europea sulla disabilità
04.02.2020

«Negli
ultimi dieci anni sono cambiate molte cose, il che significa che la
Strategia sulla Disabilità per il prossimo decennio dovrà essere molto più ambiziosa di
quella attualmente in atto, in particolare per quanto riguarda l'attuazione concreta e
il monitoraggio».
A dirlo è Yannis Vardakastanis, presidente dell'EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, che qualche
settimana fa ha presentato per conto del CESE (Comitato
Economico e Sociale Europeo), il fondamentale organo consultivo della
Commissione Europea, una serie di raccomandazioni in vista dell'elaborazione
della nuova Strategia Europea sulla Disabilità 2020-2030,
passaggio che inciderà concretamente sulla vita di oltre cento milioni di
persone con disabilità dell'Europa.
Nel 2010, l'Europa ha elaborato la Strategia sulla Disabilità 2010-2020, con cui si
promuoveva una società senza barriere e fondata sulle pari opportunità per le
persone con disabilità; tuttavia le statistiche disponibili evidenziano ancora
gravi disparità, sia nel settore del lavoro,
testimoniate da un divario enorme tra il
tasso di occupazione delle persone senza disabilità e quello delle persone con
disabilità, sia nel tasso di abbandono scolastico delle persone con
disabilità, che risulta esattamente il doppio rispetto a quello della
popolazione generale; a ciò si aggiunge il fatto che la disabilità è un
elemento acceleratore di povertà, e la situazione è ancora meno
vantaggiosa per le donne con disabilità, sottoposte a una "discriminazione
multipla" o per i bambini con disabilità, "i più vulnerabili tra i
vulnerabili".
Alla luce di tutto ciò la nuova Commissione Europea
dovrebbe rendersi garante
dell'inserimento integrale all'interno della Strategia sulla Disabilità
2020-2030, di quanto stabilito dalla Convenzione ONU sui
Diritti delle Persone con Disabilità; la strategia dovrebbe istituire anche
misure utili ad attuare pienamente gli Obiettivi per lo Sviluppo
Sostenibile presenti nell'Agenda ONU 2030 e i
princìpi del Pilastro Europeo dei Diritti Sociali.
Per fare questo, il CESE ha raccomandato con forza che la Commissione Europea
dia vita a specifici punti di riferimento sulla disabilità per
inserire la disabilità in tutte le politiche e nella legislazione che
incidono sulla vita delle persone. «La
nuova Strategia dovrebbe promuovere una società in cui la diversità sia un valore
chiave e nella quale i princìpi di non discriminazione,
accessibilità, partecipazione e inclusione siano pienamente rispettati».
Però, per l'attuazione concreta di ogni misura, servono statistiche attendibili,
su cui basare una azione di monitoraggio, e di conseguenza sono
quanto meno necessarie adeguate risorse umane e finanziarie.
«Abbiamo ancora
molta strada da fare per attuare la Convenzione ONU . è il commento conclusivo
di Vardakastanis -, ma è un obbligo dell'Unione Europea farlo, nei
confronti di oltre cento milioni di persone con disabilità del nostro
Continente».
FONTE: SUPERANDO.IT GENNAIO 15/01/2020