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DOPO DI NOI: RIFLESSIONI

24.09.2020


La Legge 112/16 contiene le disposizioni che disciplinano il cosiddetto "Dopo di Noi", ossia un insieme di misure in materia di assistenza rivolte a persone con disabilità grave nel momento in cui i familiari non possono più continuare ad assisterle perché impossibilitati o deceduti. Si tratta di una norma fortemente voluta dai familiari, soprattutto dai genitori, di persone con disabilità, che spesso vivono con angoscia e disperazione l'idea che in loro assenza, ed in mancanza di soluzioni più consone, la persona di cui si curano finisca in un istituto.
Lo Stato è chiamato ad intervenire nel momento in cui la famiglia è assente. Infatti la stessa Convenzione attribuisce agli Stati firmatari, e non alle famiglie, il compito di garantire i diritti umani e le libertà fondamentali delle persone con disabilità. Tuttavia la legge Dopo di Noi, presenta delle criticità; infatti, posto che le famiglie delle persone con disabilità debbano avere e abbiano un ruolo anche importantissimo nella realizzazione di questo obiettivo della Convenzione, il profilo considerato la disciplina del "Dopo di Noi" sembrerebbe affermare che finché c'è una famiglia, a questa compete l'assistenza della persona con disabilità.


Un altro aspetto fondamentale riguarda la disposizione, contenuta nell'articolo 19 della Convenzione, che prescrive agli Stati di assicurare che «le persone con disabilità abbiano la possibilità di scegliere, su base di uguaglianza con gli altri, il proprio luogo di residenza e dove e con chi vivere e non siano obbligate a vivere in una particolare sistemazione». Di fatto, però, la mancanza o l'insufficienza dei servizi pubblici di assistenza impedisce alle persone con disabilità di scegliere se vivere in famiglia o meno, e, specularmente, alla famiglia e ai familiari di decidere quanto tempo e lavoro investire nel lavoro di cura.
Infine, sotto un profilo concettuale, appare bizzarro il fatto che la vita delle persone con disabilità venga scandita in relazione a un "prima" e a un "dopo" la presenza dei loro familiari, eliminando il principio di individualità.

Quindi per quale motivo le famiglie hanno appoggiato l'emanazione di una legge con tale impostazione?

La risposta risiede in due fattori; il primo risiede nella tradizione culturale italiana, secondo a quale i compiti di cura sono sempre stati attribuiti alle famiglie, e molti e molte hanno difficoltà a pensare ad un'organizzazione dell'assistenza completamente diversa.
Il secondo invece, sotto il profilo economico, riguarda il contenimento della spesa pubblica, dato che le mansioni di cura ricadono principalmente sulle famiglie.

Quando si tratta di impostare le politiche e i servizi per le persone con disabilità, non è sempre facile distinguere immediatamente cosa sia giusto e cosa non lo è, rimane il fatto che le persone con disabilità chiedono il rispetto della loro indipendenza e dei loro diritti, e compito di ogni Stato è di garantirne le condizioni.

Fonte: superando.it 23/09/2020