BONUS BABY SITTER E DISABILITA': i problemi nella presentazione della domanda

In alternativa alla fruizione del congedo parentale, il cosiddetto "Decreto Cura Italia" aveva previsto la possibilità di scegliere la corresponsione di un bonus per l'acquisto di servizi di baby-sitting per figli con meno di 12 anni, limite di età che però non si applica ai figli con disabilità in situazione di gravità accertata, iscritti a scuole di ogni ordine e grado od ospitati in centri diurni a carattere assistenziale.
«A partire dal 5 marzo - leggiamo nel portale dell'INPS - per l'anno 2020, in conseguenza dei provvedimenti di sospensione dei servizi educativi per l'infanzia e delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine, il decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18 ("Decreto Cura Italia") ha previsto, agli articoli 23 e 25, uno specifico congedo parentale per un periodo continuativo o frazionato, di cui possono fruire i genitori alternativamente fra loro. In alternativa alla fruizione del congedo parentale, è prevista la possibilità di scegliere la corresponsione di un bonus per l'acquisto di servizi di baby-sitting per figli di età inferiore ai 12 anni. Il limite di età di 12 anni non si applica ai figli con disabilità in situazione di gravità accertata (ai sensi dell'articolo 4, comma 1, della legge 5 febbraio 1992, n. 104), iscritti a scuole di ogni ordine e grado o ospitati in centri diurni a carattere assistenziale».
Tuttavia due genitori piemontesi stanno affrontando diverse problematiche connesse al muro di burocrazia contro cui si stanno scontrando: il figlio avrebbe diritto a richiedere il citato bonus baby sitter, ma la pratica per due volte non è andata a buon fine e non si riesce a capire esattamente il perché. Una vicenda analoga è stata vissuta anche dalla madre di un'altra bambina di 9 anni, e in entrambi i casi il tempo stringe, perché i termini per la richiesta scadono alla fine di questo mese di luglio. Le richieste sono rigettate con una motivazione non certo chiara, ovvero che «l'autodichiarazione presenta dati incompleti o errati. Presenza allegato iscrizione scuola». «Via e-mail - racconta - l'INPS mi ha spiegato che dovevo mettere l'anno scolastico nell'autodichiarazione e allegare la mia carta d'identità e quella del minore, cosa che ho fatto, ma anche a me a inizio luglio è arrivata la comunicazione che nemmeno la seconda domanda era stata accettata. Sicuramente avrò sbagliato qualcosa, ma vorrei capire cosa, perché mi hanno risposto che mancava la documentazione attestante "l'invalidità ante 2010", ciò che non è affatto chiaro, visto che avevo allegato l'ultima certificazione da Legge 104, risalente al 2014».
Sconsolati, affermano che queste vicende fanno perdere fiducia nel rapporto tra Stato e Cittadino, perché sembra che alcune domande vadano respinte in qualche modo, finché uno si sfianca e desiste. Inoltre penalizzano ulteriormente i ragazzi e le ragazze con disabili già "dimenticati" durante il periodo del lockdown.
Fonte: Superando del 17/07/2020